In visita al birrificio Birra del Borgo in occasione del BBDay

Mi piace conoscere la birra, assaggiarla, approfondirne la storia e la produzione. E non è forse un caso che quando sono all’estero e ne ho la possibilità, cerco di visitare i birrifici locali, così come è successo in Belgio, in Germania, in Inghilterra, in Irlanda e perfino in Giappone. Se poi aperto al pubblico è il birrificio Birra del Borgo, riconosciuto come una delle eccellenze del Lazio nonché azienda che ha dato vita a decine di etichette innovative che hanno portato una ventata d’aria fresca nel settore brassicolo italiano, non riesco a tenermene alla larga e chiedo a Francesco di diventare il mio ‘partner in crime‘ e partire alla volta di Borgorose, in provincia di Rieti, quasi al confine con la provincia dell’Aquila.

 Per riuscire a visitare il birrificio Birra del Borgo abbiamo approfittato del Birra del Borgo Day (nel 2019 si è tenuto dal 7 al 9 giugno, normalmente l’evento si svolge durante la prima settimana di giugno), appuntamento annuale in cui il birrificio apre i suoi stabilimenti agli appassionati ed ai curiosi.

E’ bene premettere che non ho certificazioni ne’ ho mai frequentato corsi di degustazione, quindi la mia esperienza con la birra nasce soprattutto dal consumo (molto moderato, in genere la bevo volentieri in compagnia o davanti ad un buon piatto di salumi e formaggi) e ad oggi ho capito, più o meno ad intuito, come percepirne le macro diversità, i sentori e gli aromi ma a non chiedetemi di entrare nel dettaglio specialistico perché non sono io la persona giusta. Però sono curiosa, e spesso la curiosità è il motore che permette di fare delle scoperte e dei raffronti interessanti, e di sicuro al birrificio Birra del Borgo di materiale per comparazioni ce n’è in abbondanza!

In generale, il percorso guidato all’interno dell’azienda è stato un tuffo in una produzione italiana che non dimentica la tradizione,  innestandola tuttavia su sperimentazioni innovative, scientifiche e talvolta dotate di quella leggera follia che solo i grandi creativi, gli artisti e i santi possiedono. Ah, sì, dimenticavo: anche i birrai!

La visita del birrificio Birra del Borgo

La visita del birrificio Birra del Borgo è durata all’incirca un’oretta e come prima cosa ci è stato chiesto di indossare degli occhiali di protezione di sicurezza. La nostra guida ci ha poi mostrato l’impianto produttivo e si è soffermato sugli ingredienti principali che sono alla base di una birra: l’orzo, il malto, il grano saraceno, il grano, i diversi cereali e ovviamente l’aromatico luppolo, che viene aggiunto alla birra per conferire il caratteristico retrogusto amaro.

Da Birra del Borgo si usano cereali per quanto possibile del territorio o comunque italiani e poi si sperimenta, sperimenta, e ancora sperimenta, perché le passioni – e l’avventura della Birra del Borgo nasce proprio da una grande passione – vanno alimentate con le sfide e le novità.

Visitare il birrificio Birra del Borgo è stato come entrare in un laboratorio sperimentale, in cui la ricerca scientifica va a braccetto con la potenza vitale della natura per creare birre diverse e dotate di una personalità unica.

La lavorazione della birra è cosa complessa, basta variare di un nulla la percentuale di ingredienti, la temperatura o il tempo di stagionatura del mosto, che si ottiene un prodotto completamente diverso, non sempre dal gusto divino. Insomma ci vuole sangue freddo e conoscenza della materia!

La birra (anzi, le birre, nelle loro infinite tipologie) mi intriga non poco per le mille diversità aromatiche che offre, per quel suo nascere dall’unione di cereali, lieviti, malto e luppolo ma anche di frutta, aromi naturali, erbe che tramite un un processo chimico del tutto naturale è in grado di sprigionare sapori definiti, leggeri, aromatici.

Dove si trova il birrificio Birra del Borgo

Per visitare il birrificio Birra del Borgo siamo partiti da Roma, prendendo l’Autostrada A24 diretta a L’Aquila e siamo usciti al casello di Valle del Salto, circa un’ora di percorso in totale senza correre. Ci troviamo in un territorio unico, tra Lazio ed Abruzzo, nel mezzo della Riserva Naturale dei Monti della Duchessa, una zona montuosa e selvaggia in cui i centri abitati sono pochi e piccoli.

Anche Borgorose, dove nel 1999 è nato quasi per caso il primo birrificio di Birra del Borgo, quello storico, non è da meno: meno di 5.000 abitanti, inverni freddi a temprare il carattere degli abitanti, più vicino a L’Aquila che non a Rieti (il capoluogo di provincia).

Zona di villeggiature (quelle di una volta, quando in estate ci si allontanava dalla città  per trovare refrigerio e riposo, magari nel paese dei nonni), di sentieri da percorrere con trekking più o meno impegnativi e culla di una grande varietà naturale, dalle faggete ai prati fioriti. A 18 chilometri, il Lago del Salto, con spiagge attrezzate e balneabili e spazi per sport agonistici acquatici, riesce a far felici anche coloro che senza un tuffo in acqua non ci sanno stare.

Il nuovo stabilimento di Birra del Borgo – la cui costruzione è iniziata nel 2009 – si trova nella Piana di Spedino, facilmente raggiungibile dall’autostrada. Scordatevi i birrifici tradizionali con gli alambicchi in rame, i muri di mattoni e atmosfere vintage (erano così diversi birrifici che ho visitato in Irlanda e in Germania), qui è tutto modernissimo, efficiente e il metallo dominante è l’acciaio dei silos, dei pentoloni e delle tubature che creano il percorso di lavorazione della birra in un ambiente sterile. Anzi, delle birre, perché una delle caratteristiche di Birra del Borgo è di avere un vero e proprio menù brassicolo, che cambia di anno in anno, con birre suddivise in classiche, stagionali, bizzarre e quotidiane.

Visitare il birrificio Birra del Borgo: storie di birra

Dietro la produzione di Birra del Borgo c’è tanta ricerca, continua sperimentazione, valorizzazione della produzione agricola del territorio. E grande curiosità, che ha portato il birrificio reatino ad essere punto di riferimento riconosciuto della birra italiana.

Da Birra del Borgo si sperimenta ogni cosa, gli ingredienti, i blend, i tempi di lavorazione, perfino le diverse tipologie di contenitori destinati alla fermentazione: la birra, in base alla tipologia, può esser fatta riposare in grandi botti e barrique, oppure in gigantesche anfore di terracotta, che trasferiscono sentori minerali. Anche il lievito – ingrediente base della produzione della birra insieme al malto ed al luppolo – è oggetto di ricerche e sperimentazioni tanto che viene perfino utilizzato (controllandone il processo) il cosiddetto lievito indigeno o selvaggio, quello che si trova spontaneamente nell’aria nei boschi e nei frutteti attorno a Borgorose.

Una birra che nasce dopo aver appreso le diverse tecniche di produzione in un viaggio lungo ed impegnativo in Europa, per incontrare i birrai belgi, olandesi, tedeschi e inglesi. Un viaggio ispirante, di confronto e formazione che ha portato a collaborazioni e scambio di saperi con l’obiettivo di ripensare la produzione della birra dalle fondamenta. Non per nulla, il motto del birrificio Birra del Borgo è Re (thinking) Ale, una frase che gioca con il nome della birra forse più famosa del birrificio, la Reale, il verbo inglese to think, pensare, e la parola Ale, tipologia di birra inglese. Cosicché la frase può essere letta come “ripensare la (birra)“.

Visitare il birrificio Birra del Borgo: le birre

Un’elenco finito che allo stesso tempo è virtualmente infinito in quanto varia con il trascorrere delle stagioni, con il modificarsi degli ingredienti  e con il procedere incessante delle ricerche: il menù delle birre del Borgo è ampio e intrigante, capace di soddisfare palati esigenti e curiosi. Non c’è da annoiarsi, davvero!

Per  informazioni approfondite sulle diverse birre, vi rimando al sito di Birra del Borgo. Qui mi limito a segnalarvi le principali birre, quelle classiche e quelle dai sapori davvero insoliti e particolari.

  • Lisa (Lager is simply amazing) – classica lager all’italiana che utilizza grano Senatore Cappelli e scorze d’arancia;
  • ReAle – la birra storica di Birra del Borgo, la prima ad essere stata prodotta, simile ad un IPA (Indian Pale Ale) inglese;
  • Duchessa – birra che usa il farro del territorio laziale-abruzzese, ispirata alle birre Saison belghe e dal tipico aroma leggermente pepato;
  • DucAle – piuttosto alcolica, è la ‘birra da meditazione’ del Birrificio: richiama le Strong Ale belghe;
  • Maledetta – un po’ birra all’inglese (luppolo), un po’ birra belga (note fruttate), viene prodotta utilizzando insieme i classici lieviti della birra e i lieviti ‘selvaggi’, recuperati nelle montagne attorno a Borgorose con vere e proprie ‘battute di caccia al lievito’ a colpi di vasetti pieni di mosto di malto;

  • Genziana – è la birra speciale prodotta in primavera, che vede le radici di genziana entrare nel ‘pentolone’ – solo per 2 minuti, non di più –  durante le ultime fasi della bollitura;
  • Bikini – birra che trae ispirazione dal Belgio e dall’Olanda (Blanche, Witbier), è la produzione estiva di Birra del Borgo che usa grano saraceno, farro monococco e fiocchi d’avena a cui si aggiungono alla fine coriandolo, scorza di arancia e zenzero.
  • Keto Reporter – una birra che sa di autunno nel gusto e nell’aroma, scura e intensa come la notte. Una birra pensata per i veri appassionati che aggiunge foglie di tabacco Kentucky Toscano, quello usato per fare i sigari, ad una classica birra Porter!
  • CastagnAle – con un’alta percentuale di castagne e malti affumicati a cui si uniscono spezie, radici di genziana e frutti invernali.

  • La Saracena – una birra con proprietà nutraceutiche, ad alta percentuale di grano saraceno tartarico con malto e grano Senatore Cappelli.
  • Perle ai Porci – la birra più insolita di Birra del Borgo, nel cui blend entrano – nella fase finale – vere ostriche bretoni e telline del litorale romano.
  • 25Dodici – la birra del Natale, prodotta solo a ridosso della festa, che racchiude i sapori speziati e dolci delle scorze d’arancia, dell’uvetta, del miele.
  • L’equilibrista – Una vera scommessa, una birra che è birra solo a metà. Un blend composto dal 40% di mosto di Sangiovese toscano – proviene da Bibbiano, poco distante da Buonconvento (SI) da cui è originaria la mia famiglia –  e dal 60% di mosto di birra Duchessa: viene fatto fermentare, lavorato e spumantizzato con il Metodo Classico. Viene prodotta solo in occasione della vendemmia.

Presso la sede di Spedino è possibile assaggiare la produzione di birre e acquistare, nell’angolo dedicato, le birre da riportare a casa, anche quelle più difficili da trovare.

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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