Il Giapponismo in mostra a Rovigo

Apre a Rovigo la mostra “Giapponismo, Venti d’Oriente nell’arte europea. 1860-1915”

Conoscete la mia predilezione per il Giappone e, in generale, per ciò che è legato all’arte, al design  ed allo stile di vita nipponico. Come sento che c’è un evento o una mostra sul Giappone, non posso non approfondire e, se possibile, andare visitarli.

Tuttavia non credo di essere la sola, ad avere una piccola-grande passione per il Giappone: negli ultimi anni, anche sulla spinta di un turismo che sempre più sceglie come sua meta il Giappone, in Italia si sono avvicendate alcune mostre di grande rilievo che hanno fatto conoscere anche al grande pubblico l’arte pittorica dell’Ukiyo-e (la cosiddette arte fluttuante) con nomi di artisti prolifici del calibro di Katsushika Hokusai e Utagawa Hiroshige.

Quello che non è forse noto a tutti è che la celebrazione della passione europea per il Sol Levante ha una storia lunga e inizia già attorno al 1854, quando il Giappone – liberatosi dal giogo del feudalesimo grazie all’innovatore imperatore Meiji – iniziò ad instaurare rapporti diplomatici e commerciali con gli Stati Uniti, la Russia, i Paesi Bassi, l’Inghilterra e la Francia ed i suoi manufatti e le sue opere d’arte iniziarono a circolare tra le Corti e le ricche famiglie europee apportando influenze sull’arte contemporanea occidentale.

Tra il 1880 e il 1915 la moda per il Giappone – lontano, misterioso, affascinante – divenne quasi un culto per la nuova cultura borghese, tanto da assumere il nome di Giapponismo (Japonisme), termine coniato dall’incisore francese Philippe Burty.

Indagare sulla presenza e sull’influsso del Giappone nella storia dell’arte europea e mondiale è la missione della grande mostra “Giapponismo, Venti d’Oriente nell’arte europea. 1860 – 1915” curata da Francesco Parisi che si terrà a Rovigo presso Palazzo Roverella dal 28 settembre 2019 al 26 gennaio 2020, per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo insieme al Comune di Rovigo e all’Accademia dei Concordi.

Emil Orlik, Paesaggio con il monte Fuji, 1908, Courtesy Daxer & Marschall Gallery, Monaco

Emil Orlik, Paesaggio con il monte Fuji, 1908, Courtesy Daxer & Marschall Gallery, Monaco

Il Giapponismo, celebrazione della passione europea per il Sol Levante

Con l’arrivo in Europa – ed in generale in Occidente – di oggetti in pregiata ceramica o lacca giapponese, spesso con decori floreali, vide luce un rinnovamento del gusto decorativo e pittorico che almeno in parte trovò la sua migliore espressione nelle nuove correnti del modernismo, dell’Art Noveau e del Liberty e che influenzò l’arte degli Impressionisti e dei Nabis in Francia,  l’Art & Crafts in Gran Bretagna e gli esponenti della Sezession di Vienna (Kolo Moser, Gustav Klimt).

Tra gli artisti che maggiormente elaborarono l’influenza giapponese nella grafica e nella xilografia risalta il praghese Emil Orlik, che realizzò centinaia di stampe policrome sul modello dell’ukiyo-e, approfondendo la sua conoscenza dell’arte orientale tramite soggiorni in Giappone.

In Italia il Giapponismo influenzò la grafica ma anche la musica: Puccini porterà nel melodramma l’Oriente e il Giappone con Madama Butterfly e la Turandot e lo stesso D’Annunzio apprezzò l’ estetica della cultura giapponese arricchendo la sua collezione di manufatti con oggetti, stampe e abbigliamento giapponese.

Utagawa Hiroshige, trentasei celebri vedute del Fuji, Cinquantatré stazioni del Tokaido, Polo Museale del Veneto, Museo d'Arte Orientale Venezia

Utagawa Hiroshige, trentasei celebri vedute del Fuji, Cinquantatré stazioni del Tokaido, Polo Museale del Veneto, Museo d’Arte Orientale Venezia

La mostra “Giapponismo, venti d’Oriente nell’arte europea”

La mostra “Giapponismo, venti d’Oriente nell’arte europea” si sviluppa in 4 sezioni, che spesso affiancano opere giapponesi originali e opere europee che riprendono lo stile o lo richiamano.

Il numero quattro non è casuale: corrisponde alle grandi Esposizioni Universali che nel periodo tra il 1860 ed il 1915 ospitarono padiglioni del Giappone (Londra 1862, Parigi 1867 e 1878, Torino 1911), contribuendo ciascuna a far conoscere l’arte del Paese, la sua cultura ed i suoi stili di vita ed avvicinandolo ancor di più all’Occidente.

Solo per citare qualche nome noto, nella grande mostra di Rovigo si potranno ammirare, tra le tante opere esposte, i  capolavori di Gauguin, di Touluse Lautrec, di Van Gogh, di Klimt, di Kolo Moser, di James Ensor, di Alphonse Mucha, di Albert Moore, di Giuseppe De Nittis, di Giacomo Balla, di Pierre Bonnard, di Henry Van De Velde.

La mostra prevede inoltre alcune sezioni dedicate ai manufatti giapponesi, all’architettura, all’illustrazione del libro, all’incisione e al manifesto.

Informazioni utili

  • La mostra “Giapponismo, venti d’Oriente nell’arte europea” è curata da Francesco Parisi ed il catalogo è edito da Silvana Editoriale;
  • Sarà aperta dal 28 settembre 2019 al 26 gennaio 2020, sette giorni su sette, con orario dal lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 19.00 ed il sabato, domenica e festivi prolungato fino alle 20.00;
  • in occasione della mostra verranno proposti laboratori ed eventi a tema Giappone
  • Palazzo Roverella  di Rovigo affianca alle attività espositive la collezione permanente, ovvero la Pinacoteca (capolavori d’arte del periodo dal ’400 al ’700) e la sezione archeologica tematica sui riti sacri  con cui greci, etruschi, romani e veneti antichi invocavano il favore degli dei;
  • nelle sale espositive di Palazzo Roverella non è possibile fotografare o utilizzare i telefoni cellulari e non è possibile accedere con passeggini;
  • http://www.palazzoroverella.com/

 

Dove dormire a Rovigo:

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Paul Gauguin, Fête Gloanec, 1888. Orléans, Musée des Beaux-Arts.

Paul Gauguin, Fête Gloanec, 1888. Orléans, Musée des Beaux-Arts.

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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