Storie di taxi e di tassisti: il valore aggiunto

Prendere un taxi è sempre un’esperienza, nel tempo necessario a collegare un punto A ad un punto B, si entra in una dimensione diversa, in cui la dinamica cliente-tassista può sfociare in un silenzio assordante, in poche frasi di circostanza e su argomenti rigorosamente neutri – meteo, per lo più – oppure in chiacchierate che hanno rilevanza per il solo tempo della corsa. Ci sono poi le storie di taxi e di tassisti, quelle che a me piacciono di più, che ricerco avidamente.

Ebbene sì, io resto la solita curiosa, e non perdo mai l’occasione per imbastire due parole e farmi raccontare le storie di vita da chi la vita reale la vede scorrere dal finestrino o più spesso la porta in giro per Roma, comodamente seduta sul sedile posteriore. D’altra parte, di storie di taxi  di tassisti interessanti me ne sono capitate diverse, come la storia del taxi culturale o quella di Egidio, tassista chitarrista.

E di mezzo c’è sempre un dettaglio, che noto mentre sono a bordo, che mi fa scattare le domande necessarie per tirare fuori le storie di taxi e di tassisti, domande che danno l’avvio ad una conversazione talvolta piacevole, altre emozionante, altre ancora commovente come questa che vi racconto.

In questa storia il dettaglio da cui parte tutto è una locandina appesa sul sedile del passeggero che informa i clienti che il guidatore è in possesso di abilitazione al primo soccorso ed all’utilizzo dei defibrillatori. Non certo una certificazione da nulla e abbastanza rara vederla appesa in un taxi, tuttavia ben presto scopro che la mia driver è una persona speciale, dotata di sangue freddo quando serve.

Il guidatore è una una donna giovane, sorridente e solare, si chiama Sabrina e mi sta accompagnando in ufficio in uno di quei giorni no di Roma  in cui i mezzi pubblici decidono di ritardare, rallentare, rompersi e l’unica soluzione possibile per trovare un taxi al volo è votarsi alla santa app FreeNow, già MyTaxy.

Sabrina di mestiere fa la tassista, stare al volante è tradizione di famiglia e prima di lei sulla macchina ci stava il papà. E’ un lavoro che le piace, si vede da come accoglie i passeggeri, da come sorride. E dalla partecipazione con cui mi racconta una delle storie di taxi e di tassisti più belle che abbia mai sentito fino ad oggi.

Una corsa come tante, un cliente che di fretta sale in taxi per raggiungere un luogo X dove ha un appuntamento. Dallo specchietto retrovisore, Sabrina si accorge che improvvisamente il suo colorito è diventato molto pallido, suda copiosamente, respira con affanno e manifesta malessere. L’intuizione di Sabrina – che poi si rivelerà corretta ed importantissima per il lieto fine di questa storia di taxi e di tassisti – la porta a sospettare che il cliente a bordo possa essere soggetto ad attacco cardiaco. Sta sempre peggio, respira con difficoltà, vede che sta per perdere conoscenza.

Ed è qui la forza di Sabrina, la sua capacità non comune di gestire una situazione complessa: non si fa prendere dal panico, non corre all’impazzata alla volta del primo ospedale rischiando di rimanere imbottigliata nel traffico di Roma, ma ferma una macchina dei carabinieri che passa, velocemente racconta l’accaduto e si fa scortare al primo ospedale utile, lei dietro con il cliente in difficoltà e davanti la pattuglia che fa strada e tramite radiomobile allerta il pronto soccorso.

Grazie al sangue freddo di Sabrina, arrivano in tempo per prestare i primi soccorsi, il cliente viene preso in carico dalle strutture sanitarie, stabilizzato e, in una parola, salvato.

Potrebbe essere un episodio isolato, da riporre nel cassetto delle esperienze insieme alle chiavi del taxi, invece Sabrina decide di  fare qualche cosa in più, di rendersi utile, di trasformarsi in un valore aggiunto per i clienti che salgono a bordo del suo taxi e quindi studia e approfondisce le tecniche di pronto soccorso, chiede di fare il corso di formazione BLS-D per ottenere l’autorizzazione ad utilizzare il defibrillatore semiautomatico esterno (DAE). Un intervento tempestivo di soccorso e – ove necessario – di rianimazione sono essenziali per salvare la vita. E di vite sul suo taxi ne transitano tante.

Sabrina salva vite umane come se fosse normale farlo, con il sorriso, con la determinazione di una donna che è consapevole di fare un lavoro non facile – oh, quanta stima ho di queste donne, giovani ma anche no, che affrontano il traffico di Roma, le notti balorde e le storie inquiete! Una bellissima storia di taxi e di tassisti, ci vorrebbe una storia così tutte le mattine, per arrivare in  ufficio con il cuore leggero, e tanta gratitudine.

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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