Il fiume Tevere a Roma: tra storia e curiosità

Il fiume Tevere a Roma, è molto più di un fiume: la città nasce sul fiume e grazie al fiume, la leggenda della fondazione attribuisce al fiume un ruolo di rilievo e fin dagli albori dell’Urbe il fiume Tevere ha assunto il ruolo di madre amorevole e feconda, seppur capace di stravolgere il suo aspetto e trasformarsi in una arcigna matrigna nel volgere di una piena. Difficile immaginare l’importanza di questo fiume sacro e rispettato, considerato alla stregua di una divinità (il Pater Tiberinus), osservandolo nella sua  forma attuale, così placido, irregimentato e contenuto dai  possenti muraglioni che lo preservano dalle piene, un nastro liquido perfetto nel suo scorrere lento e solitario, interrotto solo da qualche barcone galleggiante che ancora ricorda i tempi d’oro delle balere sul fiume (avete presente quando  Gregory Peck e Audrey Hepburn vanno a ballare in Vacanze Romane?) oggi più facilmente trasformato in ristorante o circolo sportivo. 

Eppure basterebbe tornare indietro nel tempo di un paio di secoli, per trovarci davanti ad un fiume pieno di vita, bizzarro ed allo stesso tempo dispettoso e inquieto. 

Un fiume brulicante di attività, frequentato da pescatori, lavandaie, da barcaroli e perfino da mugnai, che usavano la forza delle acque per far funzionare le mole galleggianti che macinavano il grano che arrivava dalla campagna: le imbarcazioni risalivano il corso del fiume dal mare per dirigersi ai numerosi magazzini che si trovavano lungo le sue sponde o per sostare agli attracchi dei porticcioli di Ripa Grande e di Ripetta. E non mancavano di certo gli attracchi privati a servizio delle belle ville nobili costruite sulle sue rive! 

Sapete che lungo il corso del fiume Tevere a Roma, prima che i muraglioni uniformassero completamente il paesaggio, c’erano anche delle spiaggette? Le più famose erano la spiaggia della Renella (sul lato Trastevere, all’altezza dell’attuale Ponte Garibaldi) e la dirimpettaia spiaggia dell’Arenula, sul versante sud (da cui il nome dell’omonima via in cui si trova il Ministero della Giustizia), Decisamente molto più naturali delle finte ‘spiagge’ che negli ultimi anni vengono approntate d’estate sulle sponde del Tevere per iniziativa del Comune di Roma! 

L’Isola Tiberina

L’Isola Tiberina – l’unica isola presente nel Tevere, che divide le due sponde del fiume ed appare granitica quasi come una nave robusta in balia di acque impetuose, è un luogo davvero particolare, interessante da visitare: da sempre è legata alla medicina ed alla salute e prima ancora che nel XVI secolo vi venisse costruito l’Ospedale San Giovanni Calibita-Fatebenefratelli (e la bella farmacia a servizio dell’Ospedale, con ancora le scaffalature originali) o che nel 1884 venisse collocato nell’ex convento di San Bartolomeo all’Isola l’Ospedale Israelitico, era il luogo in cui, in epoca romana, aveva sede il Tempio di Esculapio, il dio della medicina.

L’isola è circondata da un basamento in travertino che si prolunga fino al Ponte Garibaldi, che si può percorrere a piedi durante i periodi di magra del fiume. Durante l’estate la piattaforma viene utilizzata per proiezioni cinematografiche legate all’Estate Romana. Dalla sua ‘punta’ a sud, si vede molto bene il troncone del ponte Emilio (detto anche Ponte Rotto), ciò che resta di uno dei ponti di epoca romani distrutti dalla furia del Tevere in piena.

Oltre che per le strutture sanitarie, considerate di ottimo livello e prestazioni, l’isola è nota anche per la trattoria specializzata in piatti romani dove ai fornelli regnava la Sora Lella, la simpatica sorella di Aldo Fabrizi, cuoca e attrice rinomata (ha partecipato a film di Monicelli, Scola, Sordi e Carlo Verdone  – vi ricordate la nonna di Rosso, Bianco e Verdone e di Acqua e Sapone?). 

Di Gaspar van Wittel - Sconosciuta, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2616768

Di Gaspar van Wittel – Sconosciuta, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2616768

Il Tevere e Trastevere

Ma torniamo al nostro fiume, il fiume de’ Roma e de’ noantri. Provate a fare uno sforzo di fantasia ed immaginare come potesse essere il fiume (se non ci riuscite, vi aiuta senz’altro il dipinto di Gaspar van Wittel che trovate qui sopra, una rappresentazione di Roma Sparita da cui si vede la prospettiva di Ponte Sant’Angelo). Non c’erano argini, le case arrivavano fin quasi nell’acqua, sulle rive nasceva un vegetazione rigogliosa e nel corso del fiume si formavano isolette e si intravedevano resti di ponti antichi.

Il fiume Tevere a Roma era selvaggio e libero di seguire il suo corso e ugualmente le sue piene ricorrenti erano memorabili, capaci di mettere sott’acqua gran parte del centro storico: addirittura, l’alluvione del 28 dicembre 1870, una delle più disastrose, causò una piena alta ben 17 metri, che arrivò fino a Piazza di Spagna!

Nel quadro di van Wittel si notano anche delle curiose costruzioni galleggianti collegate alla terra ferma da rampe inclinate: si tratta dei famosi mulini sul Tevere, un sistema ingegnoso che utilizzava la forza della corrente del fiume per mettere in movimento le macine. I mulini del Tevere sono sopravvissuti grossomodo fino al 1870, per poi essere definitivamente eliminati a seguito della realizzazione dei muraglioni.

Il Tevere a Roma è sempre stato il nastro fluido che delimitava l’Urbe dalla campagna, il conosciuto rione di Trastevere – attenzione a non chiamarlo quartiere, appellativo che hanno solo le zone moderne di Roma – non è altro che la contrazione di Trans Tiberim (al di là del Tevere) e davvero i due mondi, vicini ma separati dal fiume, erano quanto di più diverso si potesse immaginare, con poche possibilità di contatto.

I trasteverini avevano un forte spirito di appartenenza, erano i  ‘noantri‘ (e da qui la popolare Festa de Noantri), popolani, spacconi e pure un po’ malandrini, legatissimi al rione di Trestevere (termine popolare per indicarlo) e ai valori familiari. Uno dei cantori romani della trasteverinità è stato sicuramente Lando Fiorini, che incarnava  il trasteverino doc anche per via del suo vissuto personale. Tutti glia altri, i cittadini della sponda sud del Tevere, non erano altro che ‘voantri‘, qualcosa di alieno al sentire verace della sponda nord del Tevere. In più, il Tevere divideva la città del potere laico da quello del potere religioso: il Vaticano, San Pietro, erano ‘al di là’ dal fiume. 

 

I ponti del Fiume Tevere

Se durante l’epoca romana c’erano almeno 6 ponti a mettere in connessione le due rive del Tevere,  nei secoli bui del Medioevo,  a seguito di piene e crolli e con il venir meno delle capacità costruttive,  la possibilità di connessione tra le due sponde diminuì drasticamente fino ad arrivare all’epoca dell’avvento dello Stato Unitario, quando erano praticabili solo 4 ponti, tutti eredità delle capacità ingegneristiche dei pontieri Romani. A supplire all’assenza dei ponti, ci pensavano i barcaroli che, tra le altre incombenze, fungevano anche da traghettatori tra le due sponde. 

Questi i ponti più antichi sul fiume Tevere, in parte trasformati e rafforzati in epoca barocca, ancora praticabili:

  • Ponte Milvio (detto anche Ponte Mollo: una deformazione popolare del nome latino Pons Molvius),  è stato costruito in pietra nel 109 a.C., mentre in precedenza c’era ugualmente un ponte ma di legno);
  • Ponte di Castel Sant’Angelo (o Ponte di Adriano), risale al 134 d.C. ma le forme attuali sono del XVI secolo, grazie agli interventi voluti dai Papi Clemente VII e Clemente IX; quest’ultimo affidò i lavori di adeguamento ed abbellimento a Gian Lorenzo Bernini, che pose sul ponte le ben note  statue degli angeli che rappresentano la Passione di Cristo;
  • Ponte Sisto,  l’aspetto attuale è del XV secolo, tuttavia è stato costruito sul tracciato dell’antico Ponte di Agrippa(215 d.C.), ed è famoso per mantenere una lieve pendenza a schiena d’asino e per il suo oculus, il foro al centro della campata che indicava l’arrivo dell’inondazione se era sommerso dall’acqua ;
  • Ponte Cestio (lato Trastevere) e Ponte Fabricio (lato Urbe) sono i due ponti che connettono le due rive del Tevere attraverso l’Isola Tiberina. Ponte Fabricio, detto anche Ponte dei Quattro Capi, è considerato il ponte originario più antico oggi presente a Roma (la struttura risale al 62 a.C. e non è stata modificata) e per ovvi motivi di staticità e dimensioni – è abbastanza stretto, una volta al massimo ci passavano muli, cavalli e carretti – è un ponte esclusivamente pedonale.

Successivamente all’Unità d’Italia, il Tevere si trasformò in un grande cantiere e vennero costruiti numerosi ponti (vedi più avanti per l’elenco). L’epoca di costruzione di ciascuno è in parte riconoscibile in base ai nomi celebrativi con cui sono identificati. Un grosso impulso alla costruzione di ponti vi fu anche nel periodo a cavallo tra le due Guerre Mondiali. A differenza dei grandi fiumi di altre capitali europee, nel Tevere navigano solo piccole imbarcazioni (non ci sono i grandi bateaux mouche di Parigi o i ferry di Londra), mentre soprattutto nella parte a nord dell’Isola Tiberina è molto facile vedere le immancabili canoe dei circoli di canottaggio in allenamento.

I ponti sul fiume Tevere a Roma oggi

(da nord a sud seguendo il corso del Tevere; in grassetto corsivo i ponti più antichi ed a fianco l’epoca di costruzione)

  • Ponte Tor di Quinto (1960, costruito in occasione delle Olimpiadi di Roma)
  • Ponte Flaminio (1938 – 1951)
  • Ponte Milvio (109 a.C.)
  • Ponte Duca d’Aosta (1936 – 1939)
  • Ponte della Musica Armando Trovajoli (ciclo pedonale) (2008 – 2011)
  • Ponte Risorgimento (1909 – 1911)
  • Ponte Giacomo Matteotti, già Ponte del Littorio. E’ presente anche la sede della tramvia. (1924 – 1929)
  • Ponte Pietro Nenni (con sede metropolitana) (1969-1972)
  • Ponte Regina Margherita (1886 – 1891)
  • Ponte Cavour  (1896 – 1901)
  • Ponte Umberto I° (1885 – 1895)
  • Ponte Sant’Angelo (134 d.C)
  • Ponte Vittorio Emanuele II (1886 – 1911)
  • Ponte Principe Amedeo Savoia Aosta (1939 – 1942)
  • Ponte Giuseppe Mazzini (1904 – 1908)
  • Ponte Sisto (pedonale) (215 d.C.)
  • Ponte Garibaldi (1884 – 1888)
  • I ponti dell’Isola Tiberina: Ponte Cestio (aperto alle autovetture), Ponte Fabricio (pedonale, risale al 62 a.C.) e troncone del Ponte Rotto (II sec. a.C.)
  • Ponte Palatino (1886 – 1890)
  • Ponte Sublicio o Ponte Aventino (1914-1917)
  • Ponte di Testaccio (1938-1948)
  • Ponte San Paolo (1907-1910)
  • Ponte dell’Industria (1862-1863), ponte in metallo
  • Ponte della Scienza  (2000-2014), ponte ciclo pedonale
  • Ponte Guglielmo Marconi (1937 – 1955)
  • Ponte della Magliana (1930 – 1948)
  • Ponte di Mezzocammino (1943 – 1951).

Se dopo aver conosciuto meglio il fiume Tevere a Roma volete proseguire nella vostra ‘vacanza romana’ a caccia di curiosità e luoghi da visitare, vi invito a visitare uno dei rioni di Roma più affascinanti (e non lontano dal Tevere), il Rione Pigna.

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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