Visitare l’Abbazia di San Giusto

Mentre mi accingevo a visitare l’Abbazia di san Giusto, giunta dinanzi alla grande torre che si eleva sulla chiesa e sugli edifici monastici, ho subito pensato che è una fortuna che ci siano uomini e donne dotati di lungimiranza, capaci di guardare oltre e di dare sostanza ad un sogno.

Così come è vero che ci sono luoghi che vanno oltre il qui ed ora, talmente unici da riuscire a trasformare l’incontro in una emozione forte, intensa, seppur intangibile. Sono i luoghi della storia e delle genti antiche, di chi ci ha preceduto su questa terra ed è l’artefice del nostro presente, che ancora resistono a dispetto del tempo e delle vicende.

L’Abbazia di San Giusto – in quella Tuscia che non finisce mai di riempirci di prodigiosa sorpresa –  è appunto un sogno diventato reale: grazie alla tenacia della famiglia Checcoli, è stato possibile riportare in vita una grande Abbazia cistercense dell’XII secolo, recuperando strutture ridotte a ruderi, scavando per ritrovare fondamenta, ripristinando gli ambienti monastici con attenzione filologica in un lavoro certosino durato anni.

L’Abbazia di San Giusto si trova solo a pochi chilometri da Tuscania – con una bella passeggiata ci si arriva anche a piedi – ed è un vero tesoro nascosto, edificio di spicco di una tenuta agricola che coltiva la lavanda officinale, il lavandino e l’elicriso per farne oli e macerati erboristici.

Visitare l'Abbazia di San Giusto: il Chiostro

Visitare l’Abbazia di San Giusto: il Chiostro

Seppur grande nelle dimensioni e notevole nelle forme, l’Abbazia non emerge in quanto è ubicata alla fine di una discesa, in una valletta verde e rigogliosa non distante dal corso del fiume Marta, con tutto intorno un prato verde levigato e pettinato, punteggiato da profumati cespugli di rosmarino.

Entrando dal cancello della tenuta, il primo elemento che si nota è l’alto torrione posto a guardia degli spazi monastici: la chiesa, il chiostro, le abitazioni dei conversi. Un luogo davvero incantevole. Ancor più perché il comitato d’accoglienza, incaricato di porgere il  benvenuto, è formato da alcuni dolci asinelli che pascolano placidi sotto alberi ombrosi, brucando l’erba.

Per visitare l’Abbazia di San Giusto non si pagano biglietti: l’ingresso è libero e c’è anche un bel parcheggio comodo: noi vi consigliamo di iniziare la visita dal cellarium (il luogo che fungeva da laboratorio e magazzino) per poi passare nel piccolo spazio verde ed entrare nella Chiesa, un’ampia aula a croce latina, essenziale e mistica allo stesso tempo.

Visitare l’Abbazia di San Giusto: la struttura e i luoghi dei monaci

Come accadeva nelle chiese abbaziali, lo spazio era suddiviso in modo da rispecchiare la suddivisione dei ruoli monastici: al volgo era destinato lo spazio più vicino all’ingresso, i conversi laici nella zona centrale mentre i monaci sedevano nel presbiterio, in una scala che simboleggiava la diversa vicinanza al Cristo ed ai misteri religiosi.

La cripta al di sotto dell’altare si raggiunge scendendo le scale poste ai lati all’altare mentre sulla destra una scala piuttosto ripida sale verso l’enorme sala che un tempo ospitava il dormitorio dei monaci: erano collegati direttamente alla Chiesa in modo da facilitare la partecipazione alla recita delle Ore dell’alba e della sera.

Alcune strette porticine di legno dalla chiesa immettono nel chiostro, ai lati del quale si aprono le diverse sale che ospitavano i frati nella scansione delle loro attività quotidiane: la cucina, il refettorio, la sala capitolare, lo scriptorium, il parlatorio, gli spazi riservati ai conversi laici.

Il complesso è stratificato: ancor prima della chiesa dell’Abbazia qui sorgeva una piccola cappella campestre e al di sotto del pavimento della chiesa, ben visibili attraverso lastre di vetro,  si trovano i forni utilizzati per fondere il ferro delle campane. Sotto al deambulatorio del portico, nel chiostro, sono inoltre visibili sarcofagi e sepolture.

Incredibile – ma non troppo se conoscete le abilità idrauliche e costruttive dei cistercensi e la loro abitudine di edificare accanto ai corsi d’acqua – la presenza all’interno dell’Abbazia di una sorgente gorgogliante (si trova a pochi metri della scriptorium) che consentiva ai monaci un facile l’approvvigionamento idrico per le esigenze dell’Abbazia e di garantire pulizia.

Abbazia di San Giusto - la sorgente

Abbazia di San Giusto – la sorgente

Sebbene non ci viva più nessuna comunità monastica e la torre e la sala dei conversi sono diventati dei lussuosi appartamenti – vengono affittati in modalità bed and breakfast, così come gli appartamenti e gli ex magazzini che si trovano nella struttura esterna – l’Abbazia di San Giusto è ancora pervasa da un senso di sacralità. Con gli occhi della fantasia, è facile immaginare una fila di monaci dal saio bianco,  che salmodiano lungo i corridoi di pietra.

Non ci sono affreschi, decorazioni o orpelli, tutti gli spazi sono tremendamente e splendidamente  essenziali. A rendere unica l’abbazia di San Giusto c’è poi lavanda, coltivata nei campi attorno al complesso, che tra  la fine di maggio e i primi di luglio spande generosa il suo profumo.

Abbazia di San Giusto: il portico del Chiostro

Abbazia di San Giusto: il portico del Chiostro

L’Abbazia fu attiva per pochi secoli: nella zona nel 962 era già presente una abbazia benedettina ma è nel 1146 che viene fondata l’abbazia cistercense, che rimase operativa solo fino alla metà del Quattrocento. Il  complesso monastico venne abbandonato e per la sua rinascita bisognerà aspettare il 1994, quando appunto la famiglia Checcoli acquista il terreno e ciò che restava dell’Abbazia ed inizia i lavori di recupero.

Il complesso dell’Abbazia di San Giusto svolge più funzioni: tenuta agricola biologica ed ecosostenibile, luogo storico da visitare, punto di attrazione per turisti, struttura per eventi e matrimoni (ci si può sposare nella Chiesa e poi allestire il ricevimento negli spazi dell’Abbazia), è resort di grande fascino, un centro di equitazione (il proprietario Mauro Checcoli, oltre ad essere un ingegnere civile, è stato un noto  olimpionico: tra i tanti successi, alle Olimpiadi di Tokyo ha vinto due medaglie d’oro, nel completo individuale e a squadre).

Visitare l'Abbazia di San Giusto: gli asinelli

Visitare l’Abbazia di San Giusto: gli asinelli

Maggiori informazioni su come visitare l’Abbazia di San Giusto:

  • Per visitare l’Abbazia di San Giusto bisogna raggiungere Tuscania e da Piazzale Trieste (la piazza con la rotonda fuori da Porta di Poggio) prendere Via dell’Olivo fino alla chiesetta della Madonna dell’Olivo.
  • Proseguire poi sulla strada consortile delle Poppe per circa un paio di chilometri: sulla destra c’è un cancello marrone con scritto “San Giusto”.
  • In estate la tenuta è aperta tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15 alle 18.00, mentre in inverno le visite sono su prenotazione. Come detto, la visita dell’Abbazia è gratuita ma è un gesto apprezzato un’offerta libera oppure l’acquisto dei prodotti della Tenuta.

  • I costi per i pernottamenti sono in linea con la particolarità del luogo, ma non eccessivi (alcuni dei locali adibiti a B&B sono esclusivi e molto grandi: non capita certo tutti i giorni di dormire in una torre o in quello che era i dormitorio dei conversi di quasi 200 metri quadrati! Ci sono poi appartamenti indicati per famiglie).
  • La visita è consigliata a: coppie, famiglie con bambini (ma è complicato con il passeggino), gruppi di amici, appassionati di storia e di arte. In stagione, tutti coloro che amano le fioriture di lavanda.
  • Per maggiori informazioni sull’Abbazia di San Giusto,  il link del sito ufficiale è: http://abbaziadisangiusto.com

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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