Museo Magma di Follonica: siderurgia in Maremma

Il Museo Magma di Follonica rappresenta il lato B della città. Che poi una volta era il lato A, ovvero il più importante.

Se oggi Follonica è una località di vacanza balneare molto piacevole, dove trascorrere lunghe giornate sospesi tra mare e pinete: acqua pulita, sabbia dorata e arenili ben organizzati invogliano a restare in spiaggia fino a vedere il sole tuffarsi al tramonto dietro l’Isola d’Elba, per poi prolungare la sera in uno dei tanti ristoranti specializzati in cucina di pesce e del territorio, per gran parte dell’800 e del ‘900 Follonica è stata soprattutto un polo siderurgico di tutto rispetto, una sorta di città-fabbrica-laboratorio sorta per volere del Granduca di Toscana Leopoldo II, in cui veniva lavorato il minerale ferroso che arrivava dalle miniere di ematite dell’Isola d’Elba.

Per celebrare le vicende della siderurgia a Follonica e per non dimenticare questo importantissimo aspetto industriale ed economico che ha portato alla nascita di una vera e propria città, è stato allestito – in quello che era l’antico forno fusorio San Ferdinando, un edificio riconoscibile per le pareti di un intenso rosso brillante  – il Museo Magma di Follonica, un innovativo museo multimediale che è al tempo stesso la vetrina di quella che è stata la produzione in ghisa dell’industria follonichese e ‘libro della memoria’ dei tanti uomini e donne che vi hanno lavorato.

Museo Magma Follonica: allestimento del museo

Museo Magma Follonica: allestimento del museo

Già il nome stesso di questo Museo è un manifesto: la parola magma, che è l’acronimo di  Museo delle Arti e della Ghisa nella Maremma, richiama la massa di minerali fusi in un chiaro riferimento all’industria fusoria del ferro.

Il Museo Magma di Follonica si pone come un percorso completo di scoperta e approfondimenti : si parte dalla storia più antica, quella che vedeva per primi gli Etruschi sfruttare i giacimenti minerali dell’Elba – sono stati trovati insediamenti a Rondelli, accanto al Lago dell’Accesa e nella zona di Val Petraia – per poi arrivare al periodo più esaltante del XIX secolo  che vide nascere la Magona e poi l’Ilva (Ilva altro non è che il nome latino dell’Isola d’Elba). La fabbrica di Follonica può infatti considerarsi l’antesignana dell’azienda che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni per le note vicende sindacali e ambientali e che da Follonica si sposterà in seguito nel più comodo sito industriale e portuale di Piombino e negli altri siti industriali italiani, Genova e Taranto.

I Museo si articola su tre piani  (l’esposizione delle opere in ghisa, la storia e la produzione) ma già all’ingresso si comprende di essere in un luogo speciale: ad accogliere i visitatori una installazione mirabolante, una cascata di tessere rosse e argento che richiamano le fiamme che si alzano nei dei forni, riempie quello che era il camino del Forno San Ferdinando.

Museo Magma Follonica: campionario delle opere in ghisa

Museo Magma Follonica: campionario delle opere in ghisa

Leopoldo II di Lorena e la città fabbrica

La lavorazione siderurgica di Follonica era specializzata nella produzione della ghisa, un materiale che per le sue caratteristiche ben si prestava ad essere utilizzato nell’architettura e nella decorazione: la nascente industria ferroviaria ne aveva un grande fame – gran parte delle pensiline delle stazioni ferroviarie erano in ghisa, così come i capitelli, elementi di edifici e  cancellate  – e ugualmente l’edilizia e proprio a Follonica – nella Chiesa dedicata a San Leopoldo – è possibile ammirare un esempio di utilizzo.

Il piano terra del Museo Magma mette in mostra una ricca selezione di manufatti di gran pregio che rendono evidente il livello di capacità produttiva raggiunto dalle fonderie follonichesi, che esporteranno la loro produzione in buona parte d’Europa. Da notare la leggerezza degli elementi esposti, la cura del dettaglio che mostra ogni manufatto. Dopo aver ammirato i  diversi elementi in ghisa esposti al piano terra – un vero e proprio campionario! – molto interessante è la visita del primo piano che ripercorre la storia della città fabbrica e il ruolo del Granduca di Toscana Leopoldo II di Lorena nella sua costruzione.

Una figura importantissima, quella del Granduca: per primo credette nelle possibilità industriali di quella che agli inizi del XIX secolo non era altro che una landa desolata acquitrinosa e malsana dove le paludi, la malaria, i briganti e le scarse vie di comunicazione rendevano la vita molto, molto complicata: la canzone Maremma Amara (quella dell’uccello che ci va perde la penna), un canto popolare dei primi dell’Ottocento da ultimo reso famoso dalla voce di Gianna Nannini, nasce proprio per raccontare le difficoltà e i pericoli di vivere in una zona come quella in cui si sviluppa Follonica.

Eppure era il territorio adatto per il progetto granducale: vicino alle Colline metallifere e all’Isola d’Elba, circondato dai fitti boschi che fornivano carbone e legname in abbondanza per mettere in funzioni i forni fusori e con i corsi acqua da imbrigliare per muovere i macchinari, la città-fabbrica di Follonica o, meglio, la Imperiale e Reale Amministrazione delle Miniere di Rio e delle Fonderie del ferro di Follonica, era all’avanguardia per l’epoca ed era dotata di opifici, forni, laboratori ma anche una scuola, un dispensario, un’osteria e negozi.

Uomini, donne, operai al lavoro nelle fonderie di Follonica

Divenne ben presto un luogo di richiamo per chi cercava lavoro: in tanti confluirono dalla provincia di Pistoia, dall’appennino tosco-emiliano ed anche dalla Lombardia (dal bergamasco in particolare) ed alcune maestranze specializzate arrivarono perfino dalla Svizzera! Il Granduca, da sovrano illuminato, visitava regolarmente l’industria – veniva ospitato nel Palazzo Granducale, costruito sempre all’interno delle mura della città-fabbrica – e aveva cura di inviare i tecnici della fabbrica a specializzarsi all’estero: una sezione del museo è dedicata all’ingegnere Luis Morel che, nel 1820, venne inviato in Austria per approfondire la sua formazione con nuove tecniche industriali e dare impulso alla ricerca e allo sviluppo della produzione follonichese.

Anche quelle che oggi vengono definite “risorse umane” hanno un ruolo di rilievo nel percorso espositivo del  Museo Magma di Follonica: a loro, alla loro storia personale, ai loro sogni e progetti è dedicato un apposito spazio allestito esattamente come un ufficio di inizio secolo (XX): tramite un sistema multimediale e di microchip, prendendo uno dei fascicoli nominativi a disposizione e posizionandolo sulla scrivania, prende avvio un filmato ‘raccontato’ dallo stesso protagonista.

Si scopre così che alla fabbrica di Follonica lavoravano anche donne in mansioni specializzate, spesso come intagliatrici, che un operaio addirittura arrivava da Santo Domingo, che in tanti arrivavano a Follonica ‘in cerca di fortuna’. Viene fuori anche lo spirito repubblicano, garibaldino e pure un po’ anarchico che per lungo tempo ha contraddistinto le genti di Maremma, obbligate a fare i conti tutti i giorni con una natura più matrigna che madre. Ma soprattutto è evidente che tutti, nessuno escluso, erano  davvero orgogliosi della ‘loro’ fabbrica.

Museo Magma Follonica: il palazzo

Museo Magma Follonica: il palazzo

La produzione siderurgica reale e virtuale

Il piano interrato del Museo conserva, ottimamente restaurati, gli ampi volumi e le strutture murarie dell’antico Forno San Ferdinando, che si attraversano camminando su una passerella sopraelevata. L’ambiente è affascinante nonostante sia un po’ cupo e qui, tramite pannelli interattivi e videoproiezioni si approfondiscono le diverse fasi della produzione dei ‘getti di ghisa’, il funzionamento delle macchine che permettevano la fusione del minerale.

C’è perfino un gioco  che trasforma i visitatori in fonditori e li sfida a bilanciare il caricamento del forno per creare un getto di ghisa ottimale (cosa non facile, perché si imparava dopo lunghi anni di apprendistato!).

Nel vecchio forno va in scena, in tempi programmati, una installazione digitale immersiva suono-luce che ricrea il processo di fusione, con il rumore del forno fusorio, la variazione di luminosità che va dal rosso incandescente al bianco del fumo, sagome in movimento di operai al lavoro. Alla fine, come in una macchina del tempo, scompare la fonderia e appare la moderna città di Follonica, in un passaggio di testimone emozionante.

Museo Magma di Follonica: siderurgia ma non solo

Il Museo Magma si avvia  a diventare  un vero e proprio centro conservativo del saper fare follonichese ed ha di recente ampliato la propria offerta espositiva con una sezione completamente dedicata alla produzione della Ditta Nicoletti e figli, che negli anni Trenta arrivarono a Follonica dal’Emilia ed impiantarono un’azienda per la produzione di manufatti in cemento, graniglia e pietre. In particolare, riveste grande valore storico la collezione di ‘cementine‘ prodotte dall’azienda,  le tipiche mattonelle in graniglia colorata che una volta posizionate sui pavimenti creavano veri e proprie cornici decorative con decorazioni geometriche o floreali, molto amate nelle case borghesi. Negli ultimi anni le cementine hanno avuto un vero e proprio revival e non sono pochi gli architetti e gli arredatori che le riutilizzano in contesti più moderni.

Museo Magma Follonica: dettaglio della vecchia struttura del Forno San Ferdinando

Museo Magma Follonica: dettaglio della vecchia struttura del Forno San Ferdinando

A chi consiglio di visitare il Museo Magma

Il Museo Magma rappresenta una ottima opportunità per conoscere meglio la storia di Follonica e del contesto storico-sociale in cui la città si è sviluppata. Il percorso espositivo, accompagnato da utili descrizioni, è in grado di interessare sia esperti che curiosi. Anche le famiglie con bambini – soprattutto nelle giornate un po’ grigie in cui andare al mare non è consigliato – troveranno interessante il percorso e le attività multimediali; inoltre, gli spazi verdi del complesso ex Ilva, il parcheggio vicino e i diversi murales che si possono ammirare all’interno della città-fabbrica sono ulteriori motivi per dedicare alcune ore a questo sito culturale. 

Dove si trova il Museo Magma di Follonica

  • E’ all’interno del Comprensorio dell’ex ILVA, vicino alla Biblioteca Comunale di Follonica.
  • E’ aperto tutto l’anno il pomeriggio,  con orari diversificati tra estate ed inverno (in estate chiude la sera tardi)
  • Il biglietto di ingresso costa 5€ e sono previste riduzioni.
  • Il sito internet del Museo, con tutte le informazioni aggiornate, è: http://www.magmafollonica.it/

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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