Dove mangiare il ramen giapponese a Roma: Waraku

Mangiare il ramen giapponese a Roma non è proprio facilissimo, soprattutto se si è alla ricerca di un buon ramen: la tipica zuppa giapponese a base di brodo, spaghetti, carne, verdure, alghe e l’immancabile mezzo uovo sodo è approdata sulle rive del Tevere da qualche tempo ma ancora non ha raggiunto la notorietà del sushi  e del sashimi. E molte volte più che di ramen giapponese si tratta di zuppe simil ramen preparate da cuochi di ristoranti cinesi.

C’è però un locale a Roma dove mangiare del buon ramen, preparato con le ricette originali giapponesi e accompagnato da altre pietanze tipiche giapponesi: situato nel quartiere Prenestino, ne’ in centro ne’ in periferia, Waraku più che un ristorante è in tutto e per tutto una Izakaya , la tipica locanda –  spesso a gestione familiare –  dove i giapponesi di ogni età si ritrovano per mangiare, bere, chiacchierare.

E la gestione è familiare anche da Waraku: Maurizio e Miwako sono marito e moglie e sono i proprietari, lui italiano appassionato di Giappone che serve in sala e lei giapponese autentica che spesso da una mano in cucina.

Non vi aspettate però di mangiare sushi da Waraku: noi italiani siamo convinti che i giapponesi si nutrano esclusivamente di pesce crudo e riso, quando invece nella tradizione gastronomica del Giappone è fortemente radicata la cucina di terra, con la presenza di carne, pollame, maiale cucinati con spezie,  verdure e appunto zuppe e diversi tipi di pasta lavorata rigorosamente a mano (udon, simili ai pici;  soba, spaghetti di grano saraceno; men, spaghetti di farina bianca).

Dove mangiare il ramen giapponese a Roma: da Waraku sono ottimi anche i gyoza

Dove mangiare il ramen giapponese a Roma: da Waraku sono ottimi anche i gyoza

Il locale non è molto grande – ed ora che ci sono le restrizioni per la pandemia lo spazio è ancor più ridotto – in compenso può contare su un dehor privato allestito come uno Yatai, un chiosco, proprio come quelli di Fukuoka: tanti piccoli tavolini, tende di plastica trasparente per poterci mangiare anche nella brutta stagione, un’atmosfera intima e allo stesso tempo familiare e conviviale.

Il menù si può consultare in line – bravi! Apprezzo molto chi mette i clienti in condizione di sapere in anticipo cosa ordinare e quanto spendere – ma non vi aspettate pagine e pagine di pietanze: le proposte sono poche, scelte, curate e Maurizio è ben lieto di fornire ampie spiegazioni sui singoli piatti e sulle bevande inserite nella carta – immancabile il tè in diverse miscele, la birra originale, sia commerciale (Sapporo, Kirin, Asahi) che di birrifici artigianali giapponesi e le bevande alcoliche come sake, umeshu e shocu.

Si mangia con le bacchette ma chiedono se si preferisce la forchetta (in ogni caso, il ramen viene servito con il cucchiaio). Ovviamente non c’è coltello perché con il cibo giapponese non serve, in quanto viene servito già tagliato in piccoli pezzi.

Dove mangiare il ramen giapponese a Roma: gli interni di Waraku

Dove mangiare il ramen giapponese a Roma: gli interni di Waraku

Maurizio fornisce indicazioni anche su come mangiare il ramen ‘alla giapponese’: l’ho sentito con le mie orecchie consigliare ad una gentile signora dai capelli bianchi che era al tavolo con i nipotini che poteva anche succhiare rumorosamente il brodo del ramen (serve per raffreddarlo velocemente) e quindi prelevare i noodle con le bacchette aiutandosi con il cucchiaio.

Oltre ai diversi tipi di ramen, con brodo che può essere di pollo, manzo e miso, vengono serviti piatti freddi a base di pasta (anche la tipica soba, che noi abbiamo assaggiato a Nagano), degli ottimi gyoza casalinghi, sia con carne di maiale e verza che vegani a base di radice di loto (renkon) e tofu fresco, semplici o accompagnati da salse; c’è spazio anche per un classico come l’okonomiyaki (una sorta di pizza in padella a base di carne,  verza e mais), per i curry e per i donburi, piatti a base di riso e carne.

Anche i dolci sono ispirati al Giappone, sia che si tratti di dolci tradizionali come i mochi (dolcetti di riso glutinoso, da mangiare semplici o ripieni di gelato) o i dorayaki ripieni di marmellata di fagioli rossi azuki, che di dolci “Yogashi“, una rielaborazione giapponese dei dolci occidentali.

Tra gli accompagnamenti, che non sono l’equivalente dei nostri antipasti perché il galateo giapponese prevede che vengano servite contemporaneamente tutte le pietanze, c’è anche il Buta Kimchi, un piatto di ispirazione coreana a base di fettine sottilissime di maiale marinato con la soia e cucinato con verza marinata , cipolla e condimento al peperoncino. Davvero molto buono!i.

Le porzioni non sono giapponesi (e quindi piccoline) ma sono decisamente adeguate all’appetito italiano: una ciotola di rame, accompagnata da un dolce o da un ‘accompagnamento’ è più che sufficiente per essere sazi. E se proprio non vi basta ed avete ancora fame, con il ramen potete chiedere che vi venga portato il kaedama,  ovvero un’ulteriore porzione di noodle da immergere nella vostra zuppa.

Waraku Ramen: il tiramisù al matcha

Waraku Ramen: il tiramisù al matcha

La nostra esperienza da Waraku

Siamo stati da Waraku a pranzo in una domenica di metà maggio, ancora con parte delle restrizioni della pandemia in corso e quindi era possibile accomodarsi solo nella terrazza esterna. Abbiamo ordinato, come accompagnamento, una porzione di gyoza (ne siamo ghiotti!), una di buta kimchi, un cartoccio di gamberi fritti con maionese al rafano e un cartoccio di pollo croccante con salsa agrodolce.

Come piatto principale, un semplicissimo miso ramen per me ed un saporito karai miso , a base di miso piccante, per Francesco.

Per concludere, due dolci eccellenti: un tiramisù al tè matcha ed un trancio di torta al cioccolato fondente su base biscottata, a dir poco deliziosa!

Con due birre Kirin, un bicchierino di umeshu ed un caffè, oltre all’acqua ed al servizio, in totale abbiamo speso 77 euro in due. Per conoscere nel dettaglio i prezzi, consultate il menù on line sul sito del ristorante (più avanti il link).

Da Waraku l’attenzione alle precauzioni anti-covid è molto alta (viene chiesto il nome e il telefono; non c’è menù cartaceo ma si consulta solo via web; nel locale sono dislocati diversi dispenser di liquido igienizzante e il personale indossa scrupolosamente la mascherina.

Waraku, ramen giapponese a Roma  effettua anche il delivery appoggiandosi al portale Justeat.it, anche se in questo caso le proposte sono necessariamente più limitate.

Dove mangiare il ramen giapponese a Roma: l’indirizzo di Waraku

  • Waraku Ramen si trova in Via Prenestina 321/A, Roma. Ci si arriva con il tram n. 5, 14  dalla Stazione Termini, con il tram n. 19 da Piazza Risorgimento.
  • Il telefono, anche per prenotazioni, è 06. 21702358.
  • Il link al stito: http://warakuramen.com

Per saperne di più sulla cucina giapponese (che no, non è solo sushi!)

Le abitudini alimentari giapponesi che incuriosiscono gli occidentali

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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