Itinerario nel territorio dei Monti Sibillini

Un itinerario nel territorio dei Monti Sibillini, tra Lazio, Umbria e Marche

L’entroterra marchigiano e, nello specifico, quel territorio a cavallo di tre province (Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno) dove svettano i Monti Sibillini, è di una bellezza da togliere il fiato, in qualsiasi stagione. Le fioriture primaverili che punteggiano i prati, il verde intenso dei boschi in estate, il foliage dai mille toni di arancio in autunno, la neve soffice e luminosa in inverno.

E se negli anni scorsi ha subito l’affronto di uno dei terremoti più devastanti d’Italia, come una fenice si è risollevato ed è risorto. Tanti piccoli borghi ricchi di storia, di cittadine dove il tempo sembra essere sospeso, di piccoli musei e chiese in cui vengono conservati capolavori dell’arte italiana.

In parole povere, una terra forte e consapevole del suo valore, così come lo sono gli uomini e le donne che ci vivono. Ed una zona d’Italia bellissima da visitare, dove l’accoglienza non è costruita ma fatta di gesti che nascono dal cuore, in cui a tavola compaiono piatti tramandati con passione e cucinati con tanto amore.

Quello che oggi vi propongo è l’itinerario nel territorio dei Monti Sibillini che abbiamo fatto in auto partendo da Roma (e sarebbe davvero esaltante farlo di nuovo in moto nella stagione più calda!), un paio di giorni in mezzo alla natura ed ai caratteristici paesi umbri, marchigiani e laziali immersi tra boschi e campagne lavorate con amore.

Itinerario nel territorio dei Monti Sibillini - percorso complessivo

Itinerario nel territorio dei Monti Sibillini – percorso complessivo

I dati essenziali del nostro itinerario nel territorio dei Monti Sibilini

  • periodo del tour: fine ottobre
  • tempo necessario: almeno 2 giorni, meglio ancora se potete dedicarne 3
  • veicolo utilizzato: automobile, ma si può fare anche in moto o in camper
  • chilometri percorsi (da Roma): circa 500
  • pernottamenti necessari: almeno 1
  • pasti: in locande e ristoranti lungo il percorso
  • acquisti interessanti: formaggi (pecorini), insaccati (ciauscolo), pane cotto a legna e dolci
  • stato delle strade: generalmente buono

L’itinerario nel territorio dei Monti Sibillini, nel dettaglio:

  • Roma
  • Spoleto
  • Fonti del Clitumno
  • Foligno
  • Colfiorito
  • Abbazia di Fiastra
  • Urbisaglia
  • San Ginesio
  • Sarnano
  • Amandola
  • Comunanza
  • Acquasanta Terme
  • Rieti
  • Roma

Itinerario e tappe

Siamo partiti il sabato mattina molto presto, sia per evitare il traffico in uscita da Roma che  per riuscire a sfruttare tutte le ore di luce della giornata, con direzione Orte via autostrada A1. Da Orte abbiamo proseguito lungo la Flaminia (SS3) superando Narni e Terni per poi costeggiare montagne e boschi, paeselli medievali arroccati sulla costa delle colline ed arrivando infine a Spoleto.

Se non partite da Roma, potete considerare Foligno o Spoleto come punto di partenza per iniziare l’itinerario nel territorio dei Monti Sibillini.

Le Fonti del Clitumno

Subito dopo Spoleto ci siamo fermati per visitare le Fonti del Clitumno e il Tempietto sul Clitumno: le Fonti sono “il” luogo romantico per eccellenza, l’aria che vi si respira è un po’ fuori dal tempo, da sempre amate da poeti, pittori e letterati per il loro aspetto idilliaco e per essere di ispirazione artistica; il Tempietto, a meno di  un chilometro dalle fonti, è invece un antico sito di culto cristiano di epoca longobarda, a forma di tempio pagano in stile corinzio, con tanto di colonne e frontone, meno conosciuto delle ben più famose fonti.

Dalle Fonti del Clitumno noi abbiamo proseguito direttamente verso Foligno ma, se avete più tempo a disposizione, sono d’obbligo alcune soste e deviazioni per visitare Trevi nell’Umbria e Rasiglia, il paese dell’acqua, con corsi d’acqua e torrenti che scorrono impetuosi accanto alle vie del paese per rallentare solo fino nella grande piazza d’acqua, su cui si affacciano le case.

Le fonti del Clitumno

Le fonti del Clitumno

Colfiorito

Da Foligno abbiamo preso la variante della strada statale 77 (nuova, moderna e ben tenuta, con numerose gallerie che abbattono notevolmente i tempi di percorrenza) fino a Colfiorito, il paese umbro famoso per la produzione di legumi (fagioli, ceci ma soprattutto le rinomate lenticchie di Colfiorito, un classico da portare a tavola nelle feste di fine anno). Colfiorito è terra di confine: a livello amministrativo è ancora Umbria ma le Marche sono ad una manciata di chilometri.

Da Colfiorito si potrebbe continuare anche sulla variante fino all’uscita di Macerata ovest e da qui prendere la strada che porta verso i Monti Sibillini, tuttavia percorrere la vecchia strada piena di curve, tra boschi e laghetti che compaiono improvvisi, fermandosi in paeselli tranquilli e un po’ fuori dal tempo (Serravalle del Chienti, Muccia) è un’alternativa davvero interessante e se siete in moto, imprescindibile!

L’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra

Superato Tolentino, allo svincolo di Macerata ovest inizia il vero e proprio itinerario nel territorio dei Monti Sibillini: la strada da seguire è la provinciale 78 (la “strada picena”), ma prima di arrivare al cospetto delle montagne ci aspetta un’altra sosta davvero interessante: la riserva naturale dell’Abbadia di Fiastra – e la stessa Abbazia di Chiaravalle di Fiastra , da sempre uno dei centri di potere religioso, culturale ed economico della zona – meritano una visita.

E poiché probabilmente è arrivata l’ora di pranzo, potete fermarvi al Ristorante “Da Rosa” (proprio accanto alla chiesa abbaziale) oppure, poco più avanti sulla strada verso Urbisaglia, fermarvi alla norcineria “La Centrale del Gusto“, simpatico ristoro informale con numerosi tavoli all’esterno, dove si ordina e si aspetta di essere chiamati per ritirare i piatti. A noi piace molto questo modo informale per entrare in contatto con i prodotti del territorio ed i ragazzi della  Centrale del Gusto propongono tanti piatti pieni gusto (ed i formaggi e gli insaccati sono speciali).

Caci locali

Caci locali

Urbisaglia

Urbisaglia ha una storia antica: viene fondata nel II secolo a.C. come colonia romana con il nome di Urbs Salvia ed ha avuto un grande sviluppo in epoca augustea e durante il regno di Tiberio, con la costruzione del teatro, dell’anfiteatro, di templi. Con la discesa dei barbari – nello specifico, i Visigoti di Alarico, la città romana, alla base del colle di San Biagio, iniziò un lungo periodo di decadenza ed in seguito gli abitanti si spostarono sulle alture dove si sviluppò il centro urbano medievale.

La zona archeologica – inserita nel Parco Archeologico Regionale di Urbisaglia –  è interessante da visitare anche solo all’esterno: le strutture che restano e che sono visibili riescono a far comprendere l’estensione della città romana. Sono ancora ben visibili, anche dalla strada provinciale che in pratica divide il Parco, i resti delle mura, le cisterne, il complesso del criptoportico.

Itinerario nel territorio dei Monti Sibillini - Urbisaglia resti archeologici

Itinerario nel territorio dei Monti Sibillini – Urbisaglia resti archeologic

San Ginesio

Da Urbisaglia una breve deviazione dalla strada Picena ci ha portato a visitare la cittadina di San Ginesio, conosciuto anche come il Balcone dei Sibillini in quanto dalla sua posizione privilegiata a quasi 700 metri di altezza, si riesce ad ammirare agevolmente il panorama delle montagne e dei boschi che le ricoprono. Non solo i Sibillini: nelle giornate nitide lo sguardo arriva fino al Conero ed al Gran Sasso!

Una delle caratteristiche di San Ginesio è di essere una ‘città murata’, ovvero di avere il centro storico – che si sviluppa sul colle – racchiusa da un complesso di mura difensive di epoca medievale, interrotte da quattro porte di accesso ingresso e intervallate da torri e torrette di difesa.

Itinerario nel territorio dei Monti Sibillini - San Ginesio - Ospedale dei Pellegrini

Itinerario nel territorio dei Monti Sibillini – San Ginesio – Ospedale dei Pellegrini

Poco distante da una di queste porte, Porta Picena, sorge l’antico Ospedale dei Pellegrini, edificio romanico del XIII secolo con doppio portico ad arcate la cui funzione originaria era di ostello dei pellegrini che raggiungevano Roma tramite la strada picena.

San Ginesio è un paese pieno di chiese, di palazzi, di luoghi interessanti da visitare. Purtroppo il terremoto del 2016 ha fatto grandi danni ed ancora nel 2022 la struttura della Chiesa Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta – così come numerosi altri edifici – è contenuta da tubi innocenti e strutture di sicurezza. La Cattedrale ha una specificità artistica:  è l’unico edificio nelle Marche nello stile del gotico fiorito.

San Ginesio

San Ginesio

Sarnano

Lasciato San Ginesio e ripresa la strada picena, si potrebbe fare una piccola deviazione per visitare il convento di San Liberato, ai piedi dei Sibillini ed immerso nei boschi, tuttavia l’edificio è stato grandemente danneggiato dal terremoto e solo una minima parte è visitabile. Noi ci siamo limitati a vederlo dall’esterno e, onestamente, mi ha fatto grande tristezza vedere un convento che immagino molto bello quasi completamente transennato.

Proseguiamo il nostro itinerario nel territorio dei Monti Sibillini per raggiungere la città di Sarnano,  un bel centro abitato che – almeno apparentemente – si è ripreso quasi del tutto dalle offese del terremoto. E’ piacevole percorrere le stradine del nucleo medievale, che si snodano in un saliscendi sui fianchi della collina attorno a quello che è l’edificio più importante, la Chiesa di Santa Maria in Piazza Alta. Sarnano ha ancora la dimensione del borgo fortificato medievale e si accede al nucleo storico attraverso una porta (Porta Brunforte).

E’ facile incontrare lungo la via case antiche che un tempo ospitavano artigiani o botteghe, edifici di rappresentanza in cui veniva esercitato il potere pubblico. Gli edifici principali – Palazzo dei Priori, Palazzo del Popolo, Palazzo del Podestà – richiamano le architetture del nord Italia: a Sarnano lavorarono e vissero infatti  maestranze e artisti lombardi  ed opere di pregio di maestri lombardi sono conservate nella Pinacoteca cittadina.

Sarnano

Sarnano

Sarnano, per la sua offerta culturale, artistica, termale, museale e naturalistica merita ben più che una breve sosta. Lo sapete che a Sarnano, ad esempio, ci sono anche alcuni musei interessanti o davvero curiosi? Se il Museo  dell’Arte Sacra è interessante, quello delle armi antiche è affascinante ma quello dei martelli è di certo bizzarro!

Sarnano offre ai suoi ospiti anche una stazione termale di tutto rispetto: accanto alle cure idropiniche drenanti, diuretiche e lassative ed ai bagni terapeutici con l’Acqua delle fonti di San Giacomo, dei Tre Santi e di Terro, vi è una grande piscina (aperta nel periodo estivo) ed una SPA.

Inoltre, a breve distanza dal centro abitato di Sarnano è possibile effettuare un trekking facile di circa 6 km. con pochissimo dislivello,  per visitare tre cascate naturali (Cascata dell’Antico Molino, la Cascata “de lu Vagnatò” e le Cascatelle.

Non mancano poi trekking più impegnativi che percorrono sentieri sui Sibillini e in inverno la possibilità di sciare sulle piste del comprensorio di Sarnano Neve nella frazione di Sassotetto, con 15 km. di piste e anelli per il fondo.

Se siete amanti dei souvenir gastronomici, a Sarnano potete acquistare ottimo ciauscolo, l’insaccato tiico da spalmare sul pane leggermente tostato.

Itinerario nel territorio dei Monti Sibillini - Sarnano - vista sui monti

Itinerario nel territorio dei Monti Sibillini – Sarnano – vista sui monti

Amandola

Poco meno di 14 chilometri separano Sarnano da Amandola. Se Sarnano è in provincia di Macerata, Amandola è in quella di Fermo  ed è stata ugualmente coinvolta in modo importante nel terremoto dei Sibillini. Amandola nasce come centro abitato autonomo  nel 1249, quando tre castelli vicini decisero di unirsi tra loro in Libero Comune di Amandola affinché potessero contare su un maggior peso politico e difensivo.

Cittadina graziosa, il cui centro storico si dipana tra vicoli e vicoletti facendo perno sulla bella Piazza Risorgimento, rivestita nel tipico mattonato marchigiano e fiancheggiata da un portico. La Chiesa di Sant’Agostino, ugualmente sulla piazza, ha una caratteristica interessante: è in stile gotico veneziano ma soprattutto risulta essere posizionata ad un livello inferiore  rispetto alla piazza.

Tra gli edifici di pregio di Amandola, vanno citati i palazzi gentilizi appartenuti alle famiglie più importanti della città, la chiesa romanica-gotica di San Francesco (il cui chiostro ospita due dei Musei di Amandola, il Museo della Civiltà Contadina e quello antropologico), il Museo del Paesaggio, il Teatro La Fenice, il Monastero delle Benedettine.

Amandola è rinomata per i tartufi, che crescono nel terreno boscoso del circondario, ed è apprezzata come base per attività ciclo-escursionistiche. Dal suo territorio partono numerosi sentieri ben segnalati che attraversano boschi e scalano montagne, mentre il rinomato rifugio Garulla offre ospitalità accogliente. Amandola è la destinazione perfetta per chi cerca un luogo di villeggiatura a contatto con la natura!

Comunanza

Comunanza

Comunanza

Comunanza è stata l’ultima tappa del primo giorno del nostro itinerario nel territorio dei Monti Sibillini. A dire il vero siamo arrivati piuttosto stanchi, effettivamente concentrare tante tappe in una sola giornata non è stata una buona idea, e quindi dopo aver preso possesso della nostra bella camera presso l’Interamnia Suites Hotel e fatta una breve passeggiata, siamo andati subito a cena al Ristorante Sotto Wine & Food (è stato realizzato in un vecchio magazzino proprio sotto l’hotel).

Comunanza è un paese non molto grande, tagliato in due dal fiume Aso. Il nucleo più antico di Comunanza è proprio a ridosso della collina, sulla sponda destra del fiume mentre la zona commerciale con negozi e numerosi panifici (ne ho contati 4!) è sulla sponda sinistra.

L’hotel dove abbiamo alloggiato (vedi link sopra) si trova proprio nel cuore del piccolo centro storico, nella medesima piazza in cui si trova la Chiesa Cattedrale dedicata a Santa Caterina d’Alessandria e il Museo di Arte Sacra in Palazzo Pascali. La Chiesa di Santa Caterina merita una visita per il grande organo a due tastiere e le opere di epoca barocca dei Ghezzi, pittori che lavorarono anche a Roma.

A Comunanza (o, come si chiamava un tempo, Comunanza di Monte Passilli) sono stati rinvenuti anche insediamenti di epoca romana, nello specifico impianti termali.

Comunanza - Chiesa di Santa Caterina di Alessandria

Comunanza – Chiesa di Santa Caterina di Alessandria

Verso Acquasanta Terme

Da Comunanza siamo ripartiti il giorno successivo con tutta calma, godendoci la strada che passa accanto ai boschi dei Sibillini. La provinciale che porta fino alla strada statale Salaria scende velocemente di altitudine superando piccole frazioni agricole. Ad avere tempo, da qui Ascoli Piceno non è lontano (solo 8 chilometri!) e si può pensare di andarci per assaggiare le famose olive all’ascolana o i cremini fritti.

Il percorso di rientro verso Roma segue la Salaria, ed anche qui, nel tratto che unisce le Marche con il Lazio, tra Acquasanta Terme ed Antrodoco, l’itinerario è affiancato da una rigogliosa. Passando, vedrete i danni evidenti del terremoto di Amatrice (ahimè i Sibillini sono un territorio altamente sismico) ma anche tantissimi segni di ricostruzione, che non possono non far gioire.

Due parole su Acquasanta Terme che, come dice il nome, è un centro termale che sfrutta acque minerali solfuree e salse per cure dell’apparato respiratorio, disturbi otoiatrici, respiratori  e artropatie.  Peccato che lo stabilimento termale, convenzionato con il servizio sanitario nazionale e dotato anche di hotel con SPA, chiude regolarmente a novembre e non riapre fino a primavera. Ad Acquasanta, vi consigliamo di pranzare al ristorante dell’albergo Terme, sulla via Salaria, aperto non solo agli ospiti della struttura, che offre una cucina semplice, buona.

Comunanza - l'interno della Chiesa di Santa Caterina di Alessandria

Comunanza – l’interno della Chiesa di Santa Caterina di Alessandria

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Per un approfondimento sul territorio dei Monti Sibillini e sulle possibilità escursionistiche , potete leggere l’articolo in cui vi racconto il nostro fine settimana a tema ambientale con indicazioni pe brevi escursioni.

Un bellissimo fine settimana tra i Monti Sibillini

Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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