I Musei del profumo tra essenze olfattive, tradizione e ricerca

Non so voi, ma io sono una grande”annusatrice” e addirittura penso che in una vita precedente sono stata un cane da tartufo. Mi piace annusare odori buoni, che sanno di verde e di boschi, di frutta matura e di sapone da bucato alla lavanda. Riconoscere le persone, il loro carattere, dagli odori che emanano (perché sì, la bontà ha un odore di talco e ciliegie mentre la cattiveria promana sentori di polvere di ferro e latte rancido). Forse è un ricordo ancestrale di quando all’olfatto degli uomini preistorici era  affidato il compito di seguire tracce o di tenersi alla larga da animali selvatici oppure, molto più probabilmente, ho il senso dell’olfatto più sviluppato degli altri quattro. In ogni caso, i buoni odori e i profumi mi piacciono moltissimo e non c’è viaggetto all’estero che non ne approfitti per acquistare qualche nuova essenza ai duty free aeroportuali. L’ultimo acquisto? Un flacone da 75 ml. di Philosykos di Diptique, che va ad aggiungersi ai due flaconi di L’Ombre dans l’Eau e Eau Lente, sempre della stessa Maison. Ma non credo di essere la sola, ad avere questa forma di passione olfattiva, tant’è che per soddisfare la curiosità olfattiva sono state creati alcuni Musei del profumo.

I Musei del profumo più noti probabilmente sono quelli che si trovano in Francia e in Italia, perché se l’arte della profumeria ha trovato la più grande notorietà nel Paese transalpino, in Italia la ricerca della perfetta combinazione di spunti olfattivi era già praticata nelle corti rinascimentali e nei chiostri conventuali e molto del sapere e delle conoscenze vennero portate Oltralpe già da Caterina de’ Medici. Una menzione va poi fatta ai piccoli Musei legati ad uno specifico profumo, come il Museo del Profumo a Colonia (Germania) dove viene ripercorsa la nascita dell’Eau de Cologne ad opera dell’italiano Giovanni Maria Farina (a proposito: pare che l’eau de Cologne sia il profumo più venduto al mondo!).

I Musei del profumo

Tra i Musei del profumo più conosciuti vi è il provenzale Museo Internazionale della Profumeria di Grasse, in Francia (ingresso 4€, previste riduzioni). Grasse è in tutto e per tutto una città del profumo dove lavorano i ‘nasi’, uomini e donne dotati di spiccata sensibilità olfattiva che dopo un lungo percorso di ricerca creano l’essenza perfetta, quella attorno alla quale verrà costruita una storia, collegate emozioni, associate  immagini per poi essere confezionata in una preziosa boccetta di cristallo e messa in vendita nelle profumerie più prestigiose. Il Museo riassume in 3.500 metri quadri di spazio l’arte della profumeria, con sezioni dedicate alla storia delle fragranze, alle modalità di fabbricazione, alla sua storia, con la ricostruzione di antiche profumerie e laboratori.

Tornando in Italia, tra i Musei del profumo va segnalato a Venezia  il Museo del Tessuto e del Costume di Palazzo Mocenigo (ingresso 8€, previste riduzioni) con un percorso dedicato al profumo. La sezione, che è stata promossa dalla famiglia Vidal, industriali veneziani della cosmetica (vi ricordate il bagnoschiuma al profumo di pino silvestre?), si sviluppa in cinque sale espositive che propongono ai visitatori esperienze multimediali e sensoriali, ripercorrono la via delle Spezie tanto cara ai mercanti veneziani, fanno entrare all’interno di un laboratorio di un profumiere del ‘500. Non manca una collezione di flaconi di vetro e cristallo destinati a contenere profumi e la possibilità di mettere alla prova il proprio olfatto in quelle che sono vere e proprie postazioni delle essenze.

Ci trasferiamo ora in Piemonte, a Savigliano (CN), per visitare il MÚSES – Accademia Europea delle Essenze (ingresso 7€, previste riduzioni), ospitato all’interno del seicentesco Palazzo Taffini, molto più di un semplice Museo del profumo. Qui il percorso è centrato sulle erbe aromatiche e sul loro utilizzo nella profumeria. Non mancano anche qui esperienze multi sensoriali, multimediali e artistiche. Tra installazioni e raccolte di strumenti d’epoca viene svelata la storia e l’arte della profumeria, sia tradizionale che contemporanea. Interessante il Giardino dei Sensi creato all’interno del cortile d’onore di Palazzo Taffini, aiuole geometriche – riprendono il concetto del Giardino dei Semplici, similmente al Giardino della Minerva di Salerno – con piante officinali, fiori, cultivar scelti per il loro profumo; al centro vi è la fontana con getti d’acqua profumati e l’opera contemporanea “La palette del pittore” dell’artista tedesco Franz Staehler.

Dal Piemonte ci trasferiamo a Milano, per visitare un piccolo ma interessante Museo del profumo privato curato dal Centro Culturale di Studi sulla Profumeria d’Epoca: attraverso i suoi oltre 2.000 flaconi –  tra cui esemplari originali di Lalique e Salvador Dalì – dipinti ed oggetti a tema, percorre un periodo di 200 anni della profumeria italiana e mondiale. Il Museo è aperto solo su prenotazione e il costo della visita guidata, massimo 15 persone,  è “ad offerta”, minimo  10€.

Finiamo la breve carrellata di Musei del profumo scendendo a sud fino ad arrivare in Molise e visitare il Museo del Profumo di Sant’Elena Sannita, di recente apertura: da Sant’Elena Sannita sono partiti per raggiungere la Capitale e le principali città italiane fare fortuna intere famiglie di profumieri santelenesi. Il Museo è la celebrazione di questa propensione commerciale e artigianale ed è inserito in un edificio di due piani con annesso l’orto botanico e la sala dell’esposizione dei profumi, più di 1.400 flaconi relativi al periodo storico che parte dai primi del ‘900, racchiusi in armadi d’epoca; alcuni dei flaconi hanno ancora il cartellino con il prezzo. Interessante la citazione della funzione degli arrotini e dei venditori ambulanti per diffondere inizialmente il commercio di profumi a basso costo nelle zone rurali o più distanti dai centri abitati. Il Museo in agosto si può visitare tutti i giorni mentre da settembre a luglio apre solo su prenotazione(bisogna avvisare almeno con un giorno di anticipo).

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Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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