Itinerario per visitare Evora, bella città dell’Alentejo

Eccoci qui per proseguire, chilometro dopo chilometro e post dopo post, il lungo itinerario di viaggio in Portogallo, che ci ha portato a fare il periplo del Sud del Paese attraversando le Regioni dell’Alentejo e dell’Alvarve. Nell’ultimo post pubblicato, ci trovavamo ancora a Mertola, la bella città museo al centro del Parco Naturale della Valle della Guadiana, immersa nella natura, in cui hanno lasciato numerose tracce Romani e Arabi e che oggi è un centro culturale e turistico importante e molto apprezzato. In questa tappa ci aspetta invece una città ricca di tesori d’arte, elegante e con un tempio romano proprio sulla sommità della collina che ci farà restare senza fiato: oggi andiamo a visitare Evora, la città più grande della Regione.

Sarà un viaggio piacevole ma lento e rilassato, immersi nella natura meravigliosa dell’Alentejo in cui il tempo assume una dimensione dilatata. Un dono, per chi come me vive in una città caotica ed è sempre di fretta.

Da Mertola ad Evora sono circa 130 km., lungo strade che dopo un primo tratto selvaggio e privo di presenze umane tipico dell’Alentejo, pian piano si popolano nuovamente di paesi, cittadine e insediamenti produttivi. Le strade sono in buone condizioni, non molto ampie e con qualche curva di tanto in tanto per seguire le linee delle colline.

Il viaggio è piacevole, lento quanto basta per godere il paesaggio, che nella sua vastità ci fa provare la medesima sensazione di quando, di notte, ci fermiamo a guardare la volta stellata: siamo piccoli piccoli, parte di un organismo più grande di cui non vediamo fine.

Un caffè che sa di casa

Superiamo piccoli insediamenti urbani con case basse nel tipico colore bianco, strumento per tenere a bada il caldo intenso dell’estate alentejana, sfilano accanto a noi pascoli, oliveti e boschi di querce, ci fermiamo a prendere un caffè in un baretto sulla strada che sembra uscito fuori da un romanzo neorealista dove gli uomini giocano a carte, le donne chiacchierano tra loro mentre aspettano che i bambini finiscano il gelato, sul bancone la riffa con i cioccolatini “boeri” con la ciliegia in premio ed un caffè così buono che per un momento riesce a farci provare la nostalgia di casa e che ci costa solo 60 centesimi a tazza.

Non ci fermiamo nella cittadina di Beja (peccato, c’era un bel castello e il museo  dello scultore portoghese Jorge Vieira da visitare) perché siamo un po’ stretti con i tempi e se vogliamo visitare Evora dobbiamo tagliare qualche tappa; proseguiamo passando in una delle zone di produzione del vino alentejano, diverse le cantine e le fattorie in cui è possibile fare degustazioni e quasi all’improvviso, in fondo alla strada compare, dolcemente adagiata su una collina e ben più grande di quanto ci aspettassimo, Evora.

Visitare Evora: le mura medievali

Dopo la periferia – che è simile a tutte le periferie del mondo – arriviamo alla cinta di mura medievali che circondano il nucleo storico della città. Sono mura ben conservate, con merli, torri e porte che di tanto in tanto consentono l’accesso al centro. Evora è una città vera, con tanta storia e tanti stili diversi. E non ci sarà da annoiarsi nella visita.

Ci dirigiamo subito verso il nostro bellissimo albergo, in un angolo suggestivo a ridosso delle antiche mura, dove parcheggiamo l’auto nel garage interno per evitarci qualche multa (nel centro di Evora ci sono parecchi divieti di sosta, parcheggi a pagamento, strade piccole e zone pedonali, in compenso è tutto piuttosto vicino quindi l’auto non vi serve!) e andiamo a visitare i luoghi più importanti di Evora, città patrimonio dell’Unesco dal 1986.

Evora è città patrimonio Unesco

Evora è stata iscritta nella lista del patrimonio mondiale dell’Umanità dall’Unesco nel 1986, con la seguente motivazione:

Questa città-museo, le cui radici affondano all’epoca dei Romani, ha raggiunto la sua età dell’oro nel 15° secolo, quando divenne la residenza dei re del Portogallo.La sua qualità unica deriva dalle case imbiancate decorate con azulejos e balconi in ferro battuto datati dal 16 ° al 18 ° secolo. I suoi monumenti hanno avuto una profonda influenza sull’architettura portoghese in Brasile. (motivazione Unesco per l’iscrizione nel patrimonio mondiale dell’Umanità)

Ad una distanza di pochi chilometri da Evora ci sono siti megalitici in mezzo alla campagna dove sono stati ritrovati dolmen e menhir,  che si possono visitare. Una storia lunga e piena di dominazioni: celti, romani, visigoti, arabi, spagnoli. Ciascuno ha lasciato una traccia, un segno che però hanno trovato una loro integrità complessiva che costituisce la cifra autentica di Evora.

L’epoca d’oro di Evora fu nel XV° secolo, quando i re del Portogallo la scelsero come loro residenza e iniziarono ad essere costruiti edifici, chiese, monasteri e palazzi reali nel tipico stile tardo gotico manuelino. Grande rilievo culturale ha la sua Università,  la seconda ad essere stata fondata (1559) dopo quella di Coimbra e che per lungo tempo, fino alla loro cacciata nel 1759, fu gestita dai gesuiti.

Il nostro itinerario per visitare Evora

Il nostro itinerario per visitare Evora è completamente pedonale e dal nostro albergo si arriva a Praça do Giraldo, il salotto buono della città, in modo facile e veloce: da Porta do Raimundo seguiamo la strada che sale verso la collina, meno di 20 minuti e siamo già in piazza. Che da sola vale il colpo d’occhio: da un lato la Igreja de Santo Antão (Chiesa di Sant’Antonio) dalle forme rinascimentali, dall’altro la palazzina del Banco do Portugal, e poi sul lato destro (guardando la chiesa) una successione di portici dagli archi curiosamente disomogenei. Al centro, quasi la piazza fosse arredata con un tappeto, un decoro ottenuto con il tipico alternarsi di porfido nero e pietra bianca.

E’ fine febbraio, il tempo è mite, la piazza animata e molti turisti prendono il sole seduti ai tavolini dei bar che allegramente invadono la piazza. Noi preferiamo proseguire il nostro itinerario per visitare Evora, abbiamo solo il pomeriggio e già sappiamo che molto probabilmente dovremo rinunciare a vedere qualcosa.

Davanti alla Chiesa di Sant’Antonio (a proposito, lo sapete che il Santo ‘di Padova‘ è il patrono del Portogallo ed è nato a Lisbona?)  il chafariz, una fontana del 1571 in marmo bianco a forma di coppa sacra e con otto mascheroni decorativi da cui sporgono le cannelle per l’acqua, per lungo tempo punto di rifornimento idrico per gli abitanti della città (la fontana nasce come punto terminale dell’acquedotto da Água de Prata, che attraversa in diversi punti la città ed i cui archi sono stati in parte utilizzati per ricavare abitazioni. Una curiosità: la Praça do Giraldo, per la sua forma, in passato è stata utilizzata anche per le corse dei tori (le corride e le corse dei tori accomunano il Portogallo del Sud con la Spagna).

Il centro storico di Evora è quasi concentrico, le case sembrano arrotolarsi tra di loro in un labirinto di stradine e piazzette e per non perdere l’orientamento ci facciamo aiutare da Google Maps (evviva il roaming gratuito europeo!) per raggiungere da Praça do Giraldo quella che un tempo era l’acropoli di Ebora Cerealis, toponimo con cui era conosciuta la città in epoca romana e che sottolineava il suo ruolo di ‘granaio’ per le ampie coltivazioni di cereali. Proseguiamo per la stretta Rua João de Deus, anche qui diversi negozi e localini attirano la mia attenzione 🙂 e di nuovo troviamo gli archi dell’acquedotto.

Ancora in salita per Rua do Salvador ed arriviamo alla Praça do Sertório, un luogo importante per la città perché qui c’era l’antico convento di San Salvatore e c’è anche il Municipio cittadino. Impossibile resistere a scattare una foto alla grande scritta Evora che – come in tante altre città portoghesi – sembra messa apposta per far felici i turisti a caccia di selfie!

Passiamo accanto al vecchio convento del Monte Calvario e saliamo ancora, lungo Rua de Vasco da Gama, acciottolata come tutte le strade portoghesi che hanno una storia da raccontare. Qui troviamo in un palazzetto con murales delicati ed un po’ sognanti, dove c’è una bella libreria, la Livraria Fonte de Letras, che fa venir voglia di entrare anche solo per dare un’occhiata.

La Cattedrale di Evora, il tempio romano e tanti altri luoghi da visitare

Proseguendo lungo la via si arriva infine sulla spianata alla sommità della città su cui si trovano i gioielli di Evora: la cattedrale-fortezza del XIII secolo dedicata a Santa Maria Assunta (Basílica Sé Catedral de Nossa Senhora da Assunção), il cui aspetto è in un mix di stili tra romanico e gotico, con due alte torri campanarie quasi di aspetto militare (questa èuna costante delle chiede portoghesi medievali, la stessa cosa l’avevamo notata anche nel nostro itinerario di visita di Faro).

Altra meraviglia della città, poco distante dalla Cattedrale, è il tempio imperiale di epoca augustea, recuperato nel XIX secolo ed oggi uno dei luoghi più visitati della città: impossibile non restare affascinati dalle sue colonne erette verso il cielo e dal suo essere passato attraverso secoli in così buone condizioni. Oggi sono visibili 14 delle 26 colonne originarie, con capitelli corinzi in marmo locale; il tempio è posizionato su un podio e sembra molto più alto di quando non sia in realtà.

Poco distante dal tempio romano c’è l’edificio della ricchissima Biblioteca (con una collezione di oltre 50.000 volumi, 500.000 manoscritti, 600 incunaboli) ed il Museo di Evora, tutavia se avete un po’ di tempo non perdetevi la visita della Igreja de São João Evangelista (Igreja dos Lóios), costruita nel 1485 sulle rovine di un castello arabo e le cui pareti interne sono completamente rivestiti di azulejos. Dove una volta c’era il Convento dos Lojos, è stata aperta una lussuosa Pousada (hotel storico), perfetto se volete regalarvi una notte in ambiente pieno di fascino.

Dopo un giretto nel giardino di Diana che si trova accanto al tempio romano e qualche foto scattata dal Miradouro (punto panoramico), abbiamo proseguito l’itinerario per visitare Evora con un breve giro nel Museo delle Carrozze Storiche e nel cortile del Palazzo di San Michele (Paço de São Miguel); siamo poi tornati indietro per visitare la Cattedrale, purtroppo solo l’esterno perché nel frattempo si era fatto tardi ed era chiusa!

Una passeggiata serale per il centro di Evora

Siamo tornati indietro, verso Praça do Giraldo, scendendo lungo Rua Cinco de Outubro, che già il sole iniziava a tramontare. Sebbene sia una zona piuttosto turistica, ci sono diversi  negozi carini, anche con prodotti di design realmente portoghesi mentre su Rua Alcarcova de Baixo si trovano tanti ristoranti. Non so come sia la cucina ed il servizio, di sicuro erano tutti pieni!

Una sosta in un caffè per un aperitivo e poi via verso la Igreja de São Francisco, una chiesa che risale al 1485 famosa soprattutto per la sua Cappella delle Ossa (Capela dos Ossos), rivestita completamente con le ossa di 5.000 persone, frati del convento inclusi (qui il memento mori è stato preso davvero sul serio!).

Dopo il lungo itinerario per visitare Evora, ed ancora prima di rientrare in albergo con una bella passeggiata tra i vicoli della e lungo le mura della città vecchia, ci siamo fermati alla Pizzaria Horta (Rua dos Mercadores, 10) dove abbiamo assaggiato piccoli sfizi fritti per antipasto, un paio di ottime pizze, un dolcino a testa e un totale di tre birre diverse, ad un costo davvero piccolo (circa 18€ in due). Il locale è molto semplice ma accogliente e, da quanto abbiamo potuto vedere, è molto apprezzato da ragazzi e studenti.

Informazioni utili:

  • Evora è capoluogo di distretto, quindi ci sono uffici pubblici, tribunali, ospedali ed è ben collegata con il resto del Portogallo.
  • Da Lisbona è distante circa 130 km. ed è collegata dalle autostrade A2 e A6; dalla stazione di Lisbona Oriente partono i treni (circa 1,30-2 ore di viaggio), tanto che si può ipotizzare una gita ad Evora in giornata partendo dalla capitale portoghese (leggi il post con le indicazioni per prenotare il treno in Portogallo). La stazione di Evora si trova a sud, un po’ in disparte rispetto al centro che si raggiunge con una passeggiata di 10-15 minuti.
  • E’ anche possibile raggiungere Evora da Lisbona in pullman, con la società di trasporti Rede Espressos. La stazione di partenza a Lisbona è Sete Rios. Il pullman ci mette meno tempo ed ha corse più frequenti.
  • Il periodo migliore per visitare Evora è l’autunno e l’inverno e la primavera, quando le temperature sono gradevoli. In estate il clima tende ad essere caldo e si superano facilmente i 30 gradi.
  • In quanto località universitaria e turistica, non mancano soluzioni di alloggio, sia economico che di lusso.

Due parole sul nostro hotel:

Lo standard alberghiero di questo viaggio è stato di livello medio-alto, ovvero quasi sempre hotel confortevoli, gradevoli e curati, talvolta appartenenti a catene internazionali (è stato il caso dell’Ibis di Faro) ma mentre cercavo su Booking l’hotel dove pernottare ad Evora mi sono innamorata perdutamente dell’Hotel M’AR de Ar Muralhas (il link è diretto a Booking, così vedete meglio le foto ed i dettagli), un hotel classificato 4 stelle che per posizione, qualità del servizio e atmosfera ha vinto su tutti gli altri. L’hotel si trova infatti a ridosso delle vecchie mura medievali della città, che racchiudono un grande parco verde dove c’è anche una bella piscina, a mio parere fondamentale in estate. Molto utile, almeno per noi, la rimessa interna al costo di 5€ al giorno, che ci ha permesso di risparmiare sul costo dei parcheggi esterni. La hall è spettacolare, richiama una sala medievale con volte e colonne ed al piano terra ci sono grandi salotti luminosi, con angoli decor molto curati mentre le stanze (davvero grandi) sono arredate con mobili bianchi e leggeri a cui danno colore tendaggi e tessuti fioriti: tenendo aperte le finestre della nostra stanza, che affacciava sulle mura e sul parco, sembrava quasi di essere tutt’uno con il giardino! Ottima anche la colazione della mattina, con grande varietà di scelta e caffè all’altezza dell’hotel. All’interno dell’hotel c’è il ristorante Sabores do Alentejo, specializzato in cucina del territorio rivisitata dallo chef António Nobre.


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Claudia Boccini

Curiosa di novità e di tendenze sociali e culturali, il mio karma è il viaggio

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